October school: insegnare la gioia di donare e l’autodeterminazione dei popoli.

di Nicoletta Boria

Si è conclusa ieri, domenica 18 ottobre 2015, la IV edizione dell’October School targata Marche solidali, nella suggestiva cornice dell’Oasi Santa Maria di Grottammare in provincia di Ascoli Piceno. Progettazione e Fundraising per il non profit sono stati i temi al centro del corso residenziale che ha visto protagonisti circa 30 giovani, tra cui collaboratori, volontari e simpatizzanti di organizzazioni non profit marchigiane e non. Il corso è stato realizzato all’interno del progetto “Giovani Solidali”, con capofila Marche Solidali, il cui partenariato si compone dalle ONG Africa Chiama, Arci, Cestas, Cifa, Cospe, Iscos Marche e Perigeo, oltre che ai Comuni di Osimo e di Pesaro. Nei 4 giorni i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi attraverso laboratori, workshop e lezioni frontali, su due tra i canali più innovativi e praticati da ONG, associazioni, enti pubblici e privati per aumentare le proprie possibilità di finanziamento: Fundraising e Progettazione. Il primo dei due temi è stato approfondito con l’energia e la passione della docente Livia Accorroni, che ha fornito gli strumenti per capire come avvicinare i donatori e coinvolgere le comunità con una campagna di comunicazione che sia efficace ed innovativa. Ha tenuto invece la sessione sulla Progettazione per il non profit, il docente d’eccezione Javier Schunk, che prima di scendere nei tecnicismi del ciclo del progetto, dall’alto della sua pluriennale esperienza ha rivelato la parola chiave del mestiere: dipende. Nei progetti, infatti, nulla deve essere dato per scontato e occorre andare oltre la richiesta del beneficiario, formulando anzi ipotesi, strategie ed obiettivi a cui il beneficiario non avrebbe mai pensato. Occorre partire da un obiettivo generale che, deve essere svincolato da parole “processuali”, come pace, sviluppo, giustizia, perché riconducono ad un qualcosa che concretamente non può essere raggiunto dal progetto che si intende realizzare. Sino a qualche anno fa la progettazione, soprattutto quella proiettata fuori Europa era in un certo senso una teologia, come se fosse diretta alla realizzazione delle utopie stabilite da “noi” per la realizzazione dei “loro” sogni. L’occidentale-benefattore-progettista era una sorta di Babbo Natale che portava i doni di cui apparentemente i beneficiari avevano bisogno, senza però studiarne i reali bisogni, le cause e gli effetti che nel lungo periodo l’oggetto, il trasferimento di risorse da luogo a luogo, o di capitali, avrebbe comportato. È necessario invece ritrovare un’ecologia mentale per capire come cooperare, per migliorare un contesto con umiltà, cura e rispetto e fornire gli strumenti per far sì che questi popoli si autodeterminino con consapevolezza, e per far sì che siano loro a decidere cosa e come realizzarli. La progettazione va contestualizzata come una partita di bowling: non si fa strike se si raggiunge il primo birillo, ma se a cascata si raggiungono tutti gli altri che seguono. La scuola residenziale ha dato l’opportunità ai giovani partecipanti di condividere insieme il piacere della scoperta e la mission delle associazioni ed organizzazioni che vi hanno partecipato. Nel non profit non si diventa professionisti per occupazione, ma per passione. Ed è con questo trasporto ed entusiasmo che i ragazzi hanno messo a frutto quanto appreso durante l’October School, ideando il Contest per la raccolta fondi del prossimo Natale per Marche solidali, a cui auguriamo un sincero in bocca al lupo!

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